Molte persone che consumano cibi biologici non sanno che
esistono ben nove enti di certificazione italiani più tutti gli
eventuali europei che per reciprocità valgono anche da noi. Un
cibo è biologico solo se è composto almeno dal 95% di
ingredienti di provenienza biologica, il sistema biologico
inoltre certifica tutti i passaggi che un prodotto alimentare
segue prima di essere venduto.Attenzione alle etichette! "Naturale
e/o ecologico" non vuol dire biologico. "Cereali non trattati"
non vuol dire biologico. La dicitura "Bio" non vuol dire
biologico. "Lotta integrata" non esclude l'uso di
pesticidi.Devono esserci le seguenti scritte: "da agricoltura
biologica", "regime di controllo CEE", il codice dell'azienda
produttrice, varie autorizzazioni ministeriali e il marchio
dell'ente di certificazione. La chimica e gli OGM (organismi
geneticamente modificati) sono banditi categoricamente. Il
diserbante è a macchina o a mano, si utilizzano fertilizzanti
naturali e sono vietati conservanti chimici i costi lievitano
per aumento della manodopera e per la perdita del prodotto non
trattato.Come si controlla?Ispettori degli enti certificatori,
controllano la produzione. Ci sono anche enti che possono
seguire una regolamentazione più ristretta di quella di legge.I
dubbi...
Il controllore è pagato dal controllato…
Che le conversioni delle aziende non biologiche (non semplici da
effettuare) a biologiche sia in "troppo veloce conversione" (in
cinque anni da 4.000 a 40.000).
Il sistema degli enti "dovrebbe" essere supervisionato dal
Ministero delle politiche agricole che purtroppo ha pochi
ispettori, gli enti certificatori hanno lavorato per anni in
anarchia.
Il costo più elevato non è solo dovuto alla produzione bensì al
sistema distributivo che determinano i prezzi d'acquisto ai
fornitori e agli acquirenti. Il problema risiede nel costo di
trasporto del bio, non diffuso capillarmente sul territorio, ma
le cose ultimamente stanno cambiando anche se per ora la
differenza di prezzo su prodotti base dieta è circa del 15%. Sul
prezzo dei prodotti incide anche il costo della certificazione
che il produttore deve sostenere e che alla fine paga il
consumatore. Il sistema del biologico è l'unico al momento che
garantisce un controllo dal seme al piatto.Perchè scegliere
bio...Siamo il secondo paese europeo che usa di più: pesticidi,
fitofarmaci, concimi, diserbanti chimici. Tutto ciò nonostante
18milioni di italiani votarono "no" ai pesticidi nel piatto (non
passato per mancanza del cuorum). L'acquisto di pesticidi è
libero e senza ricetta, per quelli più potenti è necessario un
patentino di agricoltore. I limiti (quando sono rispettati)
tengono conto delle relazioni con il corpo adulto e mai di
quello del bambino, senza contare della somma di più pesticidi.
Nonostante il mondo della ricerca oncologica da anni ribadisca
il concetto che l'associazione tra più sostanze attive può avere
potere cancerogeno. Il Mancozeb, un funghicida usato da 40 anni
su frutta e verdura, dichiarato dalla Fondazione Europea di
Oncologia e Scienze Ambientali Ramazzini di Bologna un
cancerogeno multipotente in grado di dare tumori multiorgano.
Perché è ancora venduto nel trattamento dei prodotti
alimentari?
I veleni nei cibi
Chi
conosce un minimo di Tossicologia ha chiaro che una delle regole
fondamentali è riassunta in una frase “la dose fa il tossico”,
in altre parole una sostanza tossica non è pericolosa finche non
si raggiunge una certa quantità. Questa regola vale per le
radiazioni ionizzanti fino ai veleni e a qualunque sostanza
tossico nociva che si conosce. Le intossicazioni sono di due
tipi le croniche (protratte nel tempo e a basse dosi) e le acute
(una dose elevata in poco tempo). Solitamente il tessuto adiposo
accumula le sostanze tossiche liposolubili e le immagazzina
proteggendoci, spesso però una dieta molto restrittiva con la
perdita di massa grassa, comporta la liberazione delle sostanze
tossiche ivi contenute, alla faccia della tanto sbandierata
“dieta disintossicante o purificante”! I tossici idrosolubili (che
si sciolgono in acqua) invece, si eliminano attraverso i reni,
difatti quasi
tutti i farmaci cercano quella via per essere eliminati quindi
durante terapie farmacologiche è bene bere molta acqua.
Limitandomi al campo alimentare non posso non considerare i
fantomatici “Additivi alimentari” che sono presenti in quasi
qualunque alimento confezionato e non che compriamo. Partiamo
dalla definizione di legge: “Un additivo alimentare è una
qualsiasi sostanza normalmente non consumata come alimento in
quanto tale e non utilizzata come ingrediente tipico degli
alimenti”. Ma a cosa servono gli additivi? A moltissimi scopi:
sono conservanti (prolungano la vita del prodotto), coloranti,
antimicrobici, emulsionanti (evitano i grumi), addensanti (evitano
le separazioni di liquidi), gelificanti (trasformano un liquido
in un gel), antiossidanti (impediscono l’imbrunimento e
l’ossidazione), esaltatori di sapidità (danno sapore), agenti di
rivestimento, lievitanti, antiagglomeranti, antischiumogeni,
sali di fusione (nei formaggini), gas per atmosfere modificate
(per conservare dall’ossidazione), aromatizzanti. Sono circa
72.000 dei quali sono testati gli effetti di soli 3.000 e non
sono assolutamente note le interazioni crociate fra gli stessi.
Più o meno ne introduciamo 12Kg l’anno. La difesa migliore è
certamente variare la dieta, in quanto una dieta monotona non
farebbe altro che accumulare e concentrare i tossici di alcuni
alimenti senza dare il tempo alle vie di eliminazione di
liberare l’organismo dai tossici. Come certo è utile selezionare
i prodotti leggendo bene le etichette e cercando, ove possibile,
di consumarli freschi. Inoltre una cosa fondamentale è che nella
formula della dose di tossico sopportabile un fattore molto
importante è il peso, una minima quantità di una certa sostanza
su un uomo di 80Kg può non nuocere ma su un bambino di 3 Kg è
certamente pericolosa. Quindi state molto attenti a cosa date ai
vostri figli, soprattutto nella delicatissima fase della
crescita.
Vegetariani: perchè a rischio?
Da esperienza personale ho
verificato che solitamente appena si mette in discussione
l’alimentazione vegetariana, esplodono sempre delle polemiche,
da una parte i vegetariani e dall’altra i carnivori(onnivori).
In realtà, nonostante gli episodi di cronaca che additavano come
criminali genitori vegetariani, la dieta vegetariana se fatta
con coscienza è innocua e forse migliore. Cercherò di trattare
con pacatezza l’argomento, pur cosciente di trovarmi in un campo
minato(se volete commentare l’articolo c’è il Forum apposito).
Bisogna distinguere i vegetariani (latto-ovo vegetariani) dai
vegani, i secondi escludono dalla dieta uova e latte. Le carenze
di un vegetariano o vegano che non conosce l’alimentazione sono
tipicamente: ferro (anemie), proteine(rara) e Vitamina B12,
Calcio e Vitamina D (nei vegani). Ci sono dei principi da
adottare per prevenire senza conseguenze le suddette carenze, la
prima è la sostituzione della fonte proteica con legumi e frutta
secca oleosa, senza aumentare però la frutta che non può
sostituire la fonte proteica. L’utilizzo della soia e la
contemporanea assunzione di legumi e carboidrati complessi
aumenta il valore biologico delle proteine (gli amminoacidi sono
presenti tutti) tipo pasta e fagioli, riso e piselli ecc… La
carenza di ferro è dovuta alla minore disponibilità dello stesso
nei vegetali, si previene aggiungendo limone alle verdure (aumenta
del 70% l’assunzione di ferro) e utilizzando pentole di ferro. I
vegani devono adottare delle misure precauzionali per ciò che
riguarda la carenza di vitamina B12, utilizzando ad esempio
latte di soia integrato da vitamina B12, Calcio e Vitamina D (importante
per i bambini). Un fattore da considerare sono le eventuali
perdite di sangue attraverso le mestruazioni (nelle donne) o
emorroidi, facilmente si possono sviluppare soprattutto nelle
donne carenze di ferro, difficilmente sopperibili con
un’esclusiva dieta vegetariana. In generale, bisogna essere
consapevoli che una dieta vegetariana non s’improvvisa è
necessaria la consapevolezza delle norme da seguire... ciò vale
anche per gli onnivori. Sarebbe necessario quindi, contattare un
esperto medico o dietista per calibrare una dieta vegetariana in
sicurezza, sulle proprie necessità.
Diete pazze
Di seguito lo schema base e
l’azione sull’organismo. Questo tipo di diete sono escluse da
riconoscimenti clinici, di fatto sono chiamate “diete pazze”,
generalmente sono sbilanciate, inefficaci, carenti di principi
nutritivi e spesso portano danni all'organismo (specie se
protratte).Dieta Beverly Hills: Solo frutta per una
decina di giorni, con graduale aggiunta di altri alimenti, ma
con l'esclusione di alcune combinazioni di alimentari. E' una
dieta sbilanciata, basata su pregiudizi.Comporta seri effetti
collaterali quali diarrea, disidratazione, carenza di principi
nutritivi. Dieta Cambridge: Dieta liquida ad elevatissima
restrizione calorica (circa 300 calorie al giorno). Ha un
apporto calorico eccessivamente basso. Comporta seri effetti
collaterali, simili a quelli del digiuno, che possono nuocere
alla salute. Dieta Atkins: Povera di carboidrati e ricca
di proteine.Squilibrata, ricca in grassi e colesterolo, provoca
chetosi e altri seri effetti collaterali. La perdita di peso è
dovuta principalmente a perdita di acqua. Digiuno:Succhi, the,
tisane e/o solamente acqua. Pericoloso, squilibrato, produce
solo effetti temporanei. Contrariamente a quanto si pensa non ha
effetto depurativo, attiva il catabolismo proteico, abbassa il
metabolismo ed inoltre libera le eventuali tossine liposolubili
(conservate nel tessuto adiposo) in circolo.Dieta Mayo:Un
pompelmo prima dei pasti per bruciare i grassi. Assolutamente
inefficace, basata sul pregiudizio. Può servire solo se vengono
ridotte le calorie totali. Dieta Scarsdale:Dieta iperproteica.
Squilibrata può provocare chetosi e carenze nutrizionali. Dieta
dissociata:Distingue due gruppi di alimenti: proteici (carne,
pesce, uova, formaggi etc.) ed glucidici (pane, pasta, riso,
legumi, patate etc.) da non associare nello stesso pasto.
Grassi, verdure e spezie appartenenti al gruppo lipidico possono
essere addizionati agli altri due. Squilibrata può provocare
chetosi; può indurre carenze di ferro e calcio per riduzione del
introito.Dieta monocibo: Ad esempio, soltanto formaggio e banane,
uova e pompelmo, soltanto frutta, soltanto minestrone, ecc.
Squilibrata e monotona.
Nella migliore delle ipotesi può essere seguita per breve tempo.
Può provocare carenze in principi nutritivi.
Cibi afrodisiaci
a una ricerca del CIRM (1999)
circa la metà degli italiani crede al potere afrodisiaco di
alcuni alimenti ma anche se la tradizione popolare ha proposto
una serie di cibi come afrodisiaci tra qui: aragoste, crostacei,
tartufi e spezie per la scienza nessun cibo ha potere
afrodisiaco. Certo che una buona cena consumata in un ambiente
gradevole, può dare un aiuto generico con la controparte.
L’alcool è in grado di limitare o di annullare il controllo
abituale del Super-io (che controlla a sua volta il
comportamento) ma se assunto in eccesso, oltre a sollecitare le
premesse "cerebrali", ostacola la realizzazione delle fantasie
amorose. In parole povere è provato che esiste un effetto
disinibitore, sbloccando anche i "complessi" che limitano i più
timidi, ma dietro questo effetto di partenza si può celare un
intralcio organico al divenire dell'impegno fisico. Anche una
cena eccessiva, con il conseguente sovraccarico digestivo, può
favorire la sonnolenza più che gli ardori sessuali